“Sarebbe stato quasi impossibile riuscire a capire uno strumento
tra i rumori musicali, perchè è proprio al rumore che si deve allundere quando a “farlo” sono tante fonti sonore contempornee e disorganizzate, anche di strumenti d’autore.
Ma grazie a questa “impossibilità”, tipica di una fiera musicale,
nello specifico Mondomusica, Cremona 29 settembre 2018,
che la chitarra Greci ha saputo ” farsi sentire”,
alienando quasi tutte le rumorosità tra stend e stend,
perchè mi ha obbligato a concentrarmi sulle vibrazioni lignee dello strumento: e c’erano tutte.
Chi lo ha detto che per capire uno strumento, questi si deve sobbarcare un concerto intero o le composizioni più ardue?
Tra me e l’autore Greci, ci stava la sua chitarra
ad emettere accordi pieni di ripieni alla stregua di un piccolo organetto portativo quasi dal suono organale !
Toccando lo tastiera e componendovi gli accordi
secondo le armonie più classiche, ne usciva il desiderio di ripeterle e ripeterle,
queste sonorità collegate attrattivamente.
L’effetto è che un la minore, un Do maggiore o un qualunque altro accordo sulla Greci, non sembrano momenti isolati ma parti di un unico passaggio:
cioè momenti collegati, sebbene non suonati in contemporanea.
Quanto mi è bastato per cogliere la predisposizione della Greci
a sostenere le più svariate intenzioni esecutive.
Complimenti Maestro Greci se facendo questi giri armonici e melodici
ho potuto sentirmi un tutt’uno con la tua chitarra.
Ritengo infatti questo sia il profondo successo di uno strumento:
non che esso suoni solo e sempre bene in n certo modo oggettivo,
ma che sappia rendersi il più disponibile possibile con il suonatore
trasformando o metamorfosando entrambi (per dirla nello stile di Ovidio scrittore ) in una solo dimensione sonora unica ed irripetibile”.
Giacomo Parimbelli
IO ottobre 2018