Il M° Greci mi ha chiesto di esprimere per iscritto un mio parere in relazione alle prove di alcune sue chitarre, ed è con molto piacere che mi accingo a farlo cercando di sintetizzare in poche righe le mie impressioni.
Secondo Hector Berlioz la chitarra è una piccola orchestra, e mai come nel caso degli strumenti di Michele Greci questa frase risulta essere veritiera.
Ho avuto l’opportunità di provare diverse chitarre del M° Greci e le mie sensazioni sono state molteplici ma il primo impatto ha generato un grande stupore. La mia attenzione è stata attratta subito dalla possibilità, che lo strumento offre, di percorrere con semplicità ed immediatezza una grande quantità di ambiti espressivi; poi continuando a suonare e una volta superato il primo approccio, più emozionale, ho cercato di focalizzare a poco a poco, in modo razionale, tutti quegli elementi che determinavano tale duttilità.
Un timbro morbido, una incredibile tenuta dei suoni in ogni tessitura, una quantità e varietà di suono che, con immediatezza, fornisce all’esecutore una vasta tavolozza di sfumature, dai suoni più sussurrati a quelli più prepotenti ed aggressivi.
Inoltre una tastiera comoda e ben intonata ed un equilibrio sonoro tra le varie corde – con bassi profondi e ben definiti, medi presenti ma mai impastati nelle parti centrali ed una gamma acuta e sopra acuta sempre brillante e corposa – contribuiscono ad una straordinaria facilità esecutiva e permettono all’interprete di concentrarsi maggiormente sugli aspetti più squisitamente interpretativi e musicali.
La prova teatro, effettuata con il raffronto di altri strumenti da concerto, ha messo in evidenza una grande proiezione del suono che, con tutti i suoi componenti anche i più sottili, si espande nello spazio con straordinaria naturalezza; quindi un volume di tutto rispetto che tranquillizza non poco l’esecutore.
Altra qualità che mi ha colpito, avendo avuto la possibilità di provare varie chitarre del M° Greci, è stata che tra i numerosi strumenti provati, pur con alcune sfumature sonore determinate dall’utilizzo di materiali diversi per la tavola o per le fasce ed il fondo, ogni chitarra mantiene un eccellente standard qualitativo riguardo a tutte quelle componenti di cui parlavo sopra; questo attesta come l’impronta costruttiva del liutaio sia frutto di attenta ed approfondita ricerca e non occasionale risultato di prove estemporanee.
Per tutti gli altri aspetti riguardanti la liuteria, non essendo un esperto, posso dire che lo strumento in generale si presenta molto curato in tutte le sue parti e gradevole alla vista, con le sue due aperture che lo caratterizzano immediatamente come una sorta di firma del costruttore.
Roma 05.06.2014
Stefano Magliaro