Nuccio D’Angelo

54Impressioni da un incontro con Michele Greci

Quando ho presentato all’lstituto musicale “Mascagni” di Livorno l’intervento di Michele Greci ho sottolineato innanzitutto l’importanza della ricerca,
dell’instancabile processo di perfezionamento che questo musicista-organologo ha percorso negli ultimi trent’anni.

Questa aspirazione allo sviluppo, e un’incessante serie di realizzazioni, sperimentazioni e verifiche artistico- scientifiche dei progetti a cui è pervenuto basterebbe già a qualificare questo personaggio, perchè è da queste qualità di perseveranza e continua voglia di approfondimento che si genera [evoluzione e la crescita (in ogni settore delle attività umane).

Le sue virtù di ricercatore (nel settore della fisica acustica) nonchè di liutaio
sono quindi approdate ad un risultato ben tangibile, che abbiamo avuto modo
di verificare, ascoltare ed apprezzare durante una giornata di incontri tra studenti, professori e pubblico avvenuta nel suddetto istituto l’ 8 Marzo 2018.

Le chitarre Greci ci sono apparse finemente rifinite e molto comode da suonare, i timbri che da esse scaturiscono sono nitidi e corposi, permettendo alle voci di distinguersi bene in tutti i registri (abbiamo provato due chitarre col piano armonico in cedro). Ma ciò che immediatamente si nata in questi strumenti è il volume, chiaramente maggiore rispetto ad una chitarra da concerto. E questo, pur essendo una grande conquista dell’arte liutaria sarebbe ancora perlomeno paragonabile ad altre ricerche in atto negli ultimi decenni, riguardanti – appunto la potenza sonora.

Quello che invece massimamente stupisce è la propagazione del suono che si viene a creare in sala, dando all’ascoltatore parità di percezione, sia volumetrica che timbrica, da tutti i punti di ascolto. Si è quasi avuta l’impressione che il suono ci seguisse e ci raggiungesse in tutti gli angoli dell’auditorium.

Queste qualità dovrebbero finalmente agevolare l’uso della chitarra nella musica da camera, finora di problematico inserimento (per il suo debole volume) in compagini strumentali comprendenti flauti* violini ecc..

Queste sono le mie sensazioni, peraltro condivise con i partecipanti all’incontro, che hanno vissuto una giornata istruttiva, ricca di scoperte e confronti, all’insegna del buon umore e della sana comunicazione tra ricercatori (o musicisti che dir si voglia!).

Nuccio D’Angelo (Firenze. 18/3/2018)