Adriano Walter Rullo

Dopo aver suonato le chitarre del M° Greci, riassumo qui le mie impressioni
ricevute da questi strumenti.
La prima cosa che mi ha colpito e’ la tenuta di ogni singolo suono che
crea intorno a se’ una specie di alone, imbuto sonoro che attrae ed avvolge il
suono successivo. In questi strumenti ” legare”, diventa facile. La grande
presenza e ricchezza di armonici fa si che non ci sia punto della tastiera in cui
i suoni non abbiano quel prezioso e necessario sostegno che aiuta
l’esecutore.
La maneggevolezza e’ un’ altra grande loro qualità . La tastiera e’ facile,
morbida, amica.
Infine, dal punto di vista della costruzione, i piacevoli disegni, richiamanti una
chiave di violino stilizzata che stanno al posto della tradizionale buca, danno
una connotazione di unicità e di novità, oltre ad essere chiaramente,
funzionali al progetto.
Le chitarre del M° Greci sono strumenti che si impongono e convincono con
la forza della persuasione e della dolcezza unita ad una grande voce
generosa e rappresentano nel panorama dell’attuale liuteria sicuramente una
novità positiva.
Adriano Walter Rullo
03 Settembre 2014

Giacomo Parimbelli

“Sarebbe stato quasi impossibile riuscire a capire uno strumento
tra i rumori musicali, perchè è proprio al rumore che si deve allundere quando a “farlo” sono tante fonti sonore contempornee e disorganizzate, anche di strumenti d’autore.
Ma grazie a questa “impossibilità”, tipica di una fiera musicale,
nello specifico Mondomusica, Cremona 29 settembre 2018,
che la chitarra Greci ha saputo ” farsi sentire”,
alienando quasi tutte le rumorosità tra stend e stend,
perchè mi ha obbligato a concentrarmi sulle vibrazioni lignee dello strumento: e c’erano tutte.
Chi lo ha detto che per capire uno strumento, questi si deve sobbarcare un concerto intero o le composizioni più ardue?
Tra me e l’autore Greci, ci stava la sua chitarra
ad emettere accordi pieni di ripieni alla stregua di un piccolo organetto portativo quasi dal suono organale !
Toccando lo tastiera e componendovi gli accordi
secondo le armonie più classiche, ne usciva il desiderio di ripeterle e ripeterle,
queste sonorità collegate attrattivamente.
L’effetto è che un la minore, un Do maggiore o un qualunque altro accordo sulla Greci, non sembrano momenti isolati ma parti di un unico passaggio:
cioè momenti collegati, sebbene non suonati in contemporanea.
Quanto mi è bastato per cogliere la predisposizione della Greci
a sostenere le più svariate intenzioni esecutive.
Complimenti Maestro Greci se facendo questi giri armonici e melodici
ho potuto sentirmi un tutt’uno con la tua chitarra.
Ritengo infatti questo sia il profondo successo di uno strumento:
non che esso suoni solo e sempre bene in n certo modo oggettivo,
ma che sappia rendersi il più disponibile possibile con il suonatore
trasformando o metamorfosando entrambi (per dirla nello stile di Ovidio scrittore ) in una solo dimensione sonora unica ed irripetibile”.

Giacomo Parimbelli
IO ottobre 2018

Giampaolo Bandini

Caro Michele il piacere è stato tutto mio.
Grazie per averci fatto visita e soprattutto grazie per averci dato la possibilità
di provare e ascoltare le tue meravigliose chitarre.
Come ti ho già detto nella nostra piacevolissima chiacchierata sono strumenti
incredibilmente performanti, con un equilibrio tra i registri e un sustain del
suono davvero sorprendenti.
Ed inoltre sono chitarre intonate, cosa davvero rara.
Sono rimasto letteralmente colpito, inoltre, dalla capacità di penetrazione del
suono delle tue chitarre, anche in sala da concerto.
E un suono che non solo penetra ma riempie lo spazio e avvolge gli
spettatori.
Grazie di cuore per il tuo prezioso contributo, la chitarra ha enormemente
bisogno di persone come te.
Un abbraccio e a presto!
Gpaolo
Giampaolo Bandini
Presentazione della chitarra Greci:
Conferenza “La chitarra Greci, contributo allo sviluppo fonico-musicale della
Chitarra”
Istituto Musicale “Boccherini” – Lucca
07/03/2018

Nuccio D’Angelo

54Impressioni da un incontro con Michele Greci

Quando ho presentato all’lstituto musicale “Mascagni” di Livorno l’intervento di Michele Greci ho sottolineato innanzitutto l’importanza della ricerca,
dell’instancabile processo di perfezionamento che questo musicista-organologo ha percorso negli ultimi trent’anni.

Questa aspirazione allo sviluppo, e un’incessante serie di realizzazioni, sperimentazioni e verifiche artistico- scientifiche dei progetti a cui è pervenuto basterebbe già a qualificare questo personaggio, perchè è da queste qualità di perseveranza e continua voglia di approfondimento che si genera [evoluzione e la crescita (in ogni settore delle attività umane).

Le sue virtù di ricercatore (nel settore della fisica acustica) nonchè di liutaio
sono quindi approdate ad un risultato ben tangibile, che abbiamo avuto modo
di verificare, ascoltare ed apprezzare durante una giornata di incontri tra studenti, professori e pubblico avvenuta nel suddetto istituto l’ 8 Marzo 2018.

Le chitarre Greci ci sono apparse finemente rifinite e molto comode da suonare, i timbri che da esse scaturiscono sono nitidi e corposi, permettendo alle voci di distinguersi bene in tutti i registri (abbiamo provato due chitarre col piano armonico in cedro). Ma ciò che immediatamente si nata in questi strumenti è il volume, chiaramente maggiore rispetto ad una chitarra da concerto. E questo, pur essendo una grande conquista dell’arte liutaria sarebbe ancora perlomeno paragonabile ad altre ricerche in atto negli ultimi decenni, riguardanti – appunto la potenza sonora.

Quello che invece massimamente stupisce è la propagazione del suono che si viene a creare in sala, dando all’ascoltatore parità di percezione, sia volumetrica che timbrica, da tutti i punti di ascolto. Si è quasi avuta l’impressione che il suono ci seguisse e ci raggiungesse in tutti gli angoli dell’auditorium.

Queste qualità dovrebbero finalmente agevolare l’uso della chitarra nella musica da camera, finora di problematico inserimento (per il suo debole volume) in compagini strumentali comprendenti flauti* violini ecc..

Queste sono le mie sensazioni, peraltro condivise con i partecipanti all’incontro, che hanno vissuto una giornata istruttiva, ricca di scoperte e confronti, all’insegna del buon umore e della sana comunicazione tra ricercatori (o musicisti che dir si voglia!).

Nuccio D’Angelo (Firenze. 18/3/2018)

Giorgio Mirto

Presentazione della chitarra Greci 

Istituto Musicale “Pietro Mascagni” – Livorno 08 marzo 2018 

“Quando il M° Michele Greci è venuto al Conservatorio dove insegno (“Mascagni” di Livorno) a presentare i suoi strumenti e la sua ricerca, si è generata una situazione di grande fermento ed interesse che è sfociata in un concerto “improvvisato” che io ed i miei allievi abbiamo tenuto esclusivamente con le sue chitarre. 

Spesso mi è capitato di suonare con strumenti datimi “all’ultimo” e non sempre la cosa è stata agevole. 

Suonando sulle chitarre di Greci, invece, mi son trovato immediatamente e sorprendentemente a mio agio. Il bilanciamento tra timbri, proiezione ed intensità di questi strumenti è davvero pregevole e si traduce in un’immediata piacevolezza ed agio nell’esecuzione. 

Faccio i miei complimenti a Michele per la ricerca che, con rara passione, conduce e per gli indiscutibili risultati raggiunti. 

La liuteria italiana ha bisogno di figure come la sua.” 

Giorgio Mirto 

Antonio Di Palma

La chitarra Greci

Se dovessi dare una definizione dello strumento in termini di resa del suono ed estetica, lo definirei “unico”.

Infatti, nelle sale dove si esibiscono i chitarristi, l’acustica dello strumento stesso risulta ,talvolta, insufficiente, soprattutto dalla seconda meta delle poltrone.
Questo meraviglioso strumento elimina, grazie all’amplificazione naturale del suono, questo inconveniente.

Conosco il M°Michele Greci, e so tutto l’impegno che ha profuso affinché  la Sua chitarra prendesse vita.

Anni di studio, di progettazione, di sacrifici.

Sono , personalmente, orgoglioso di essere suo collega presso il Conservatorio Statale di Musica “Domenico Cimarosadi Avellino.
Con affetto e stima profonda,

Antonio Di Palma
Vicedirettore del Conservatorio ‘Domenico Cimarosa” di Avellino
Dicembre 2017

Massimo Agostinelli

Ho avuto l’opportunità di provare la Chitarre del Maestro Michele Greci durante il “SIT IN di Chitarra” del 7 ottobre a Potenza Picena.

Lo strumento è stato suonato per un buon arco di tempo, e posso così esprimere osservazioni oculate e non dettate dall’istinto.

La chitarra del Maestro Greci si impone immediatamente all’attenzione dell’esecutore per la forza sonora, sia nelle parti basse che nelle parti medie. Le parti acute evidenziano una linea cristallina di suono, e non vengono coperte dall’ampia sonorità delle basse frequenze.

Lo strumento risponde bene in ogni parte della tastiera, e non ho avvertito punti deboli né cadute di armoniche. Inoltre, è molto maneggevole e offre una buonissima comodità a livello esecutivo. 

Risulta ben costruito sul piano artigianale e si sente pulita ogni nota su tutte le corde.  Ancona, 12 ottobre 2018 

MASSIMO AGOSTINELLI 

Mario Fragnito

Oggi 30 Ottobre 2014 in un’aula del Conservatorio ho avuto il piacere di suonare una delle chitarre del M° GRECI Michele, precisamente la “Orgogliosa”. 

Sono rimasto stupito dalla qualità dello strumento che presenta e regala all’esecutore la possibilità di esprimere il proprio bagaglio emozionale. 

Tenuta di suono, equilibrio, timbro, facilità di esecuzione sono le qualità che si notano immediatamente. 

Personalmente ho constatato la possibilità di “respirare” in modo più naturale ed il tutto è reso possibile in quanto la risposta al tocco non è alterata da fattori legati a limiti strumentali. 

Mi auguro che il M° GRECI possa produrre a sufficienza per poter soddisfare le richieste dei chitarristi o che trovi il modo per poter produrre in grande scala gli strumenti. 

Sarebbe un vantaggio per la “Chitarra”. 

Grazie e complimenti. 

Mario Fragnito 

Docente titolare di chitarra presso il Conservatorio di Musica Statale “Nicola Sala” di Benevento 

 

 

Francesco Di Giovanni

Esiste una chitarra che mantenga le qualità espressive e fascinose che le sono proprie, contrastandone i tradizionali limiti, ovvero lo scarso volume di suono e l’impossibilità di enfatizzare sia bassi che acuti? 

Si, esiste e l’ha inventata e costruita ormai in numerosi esemplari Michele Greci! 

Confesso che nell’imbracciare questo misterioso oggetto, avevo le stesse perplessità di chi si è sentito annunciare la scoperta del “moto perpetuo” in laboratorio, ovvero come viaggiare in auto… senza far benzina! Tuttavia dopo la prima nota emessa ho constatato con crescente sorpresa che ogni aspettativa era pienamente soddisfatta. 

Tradizionalmente siamo ormai abituati a chitarre che suonano anche “forte” ma non altrettanto fortemente e soprattutto non tutte le note con la stessa potenza! Oppure conosciamo chitarre che ‘spingono” sui bassi ma hanno acuti poveri e viceversa.

La chitarra di Greci suona forte sempre e ha bassi corposi pur avendo acuti vigorosi e di durata assai prolungata. 

Cos’altro dire? Suonandola è come beneficiare del supporto tecnico che solo apparecchiature degne di uno studio di registrazione di buon livello ti potrebbero dare. Con il valore aggiunto che hai tali benefici anche se…. non c’è nulla, se non la chitarra! 

Insomma se manca la corrente…. Niente paura, se avete una chitarra di Michele Greci sotto le dita, Io spettacolo continua! Però non chiedetemi cosa l’inventore di questo prodigio ha messo dentro la cassa armonica…. Non Io so e non Io voglio sapere…. Un mefistofelico labirinto di legno? Forse…. ma solo lui conosce la strada…. 

Roma 13 Settembre 2012 

Francesco Di Giovanni 

Angelo Ferraro

LE CHITARRE di MICHELE GRECI 

Ho suonato a lungo due chitarre di Michele, “la Primissima e Spring”. 

Il volume del suono è notevole e sempre gestibile con facilità, i pianissimo 

sono molto affascinanti, sempre nitidi e presenti. 

Grande equilibrio di suoni tra le corde e in ogni punto della tastiera. 

Sorprendente la tenuta del suono. 

L’aspetto più seducente poi è il timbro. 

Queste chitarre sono figlie del nostro tempo, lungi dall ‘imitare sonorità del 

passato propongono una loro idea del suono. 

Un colore che suggerisce un nuovo modo di pensare la musica. 

Angelo Ferraro 

Roma 21 luglio 2013