Stefano Magliaro

Il M° Greci mi ha chiesto di esprimere per iscritto un mio parere in relazione alle prove di alcune sue chitarre, ed è con molto piacere che mi accingo a farlo cercando di sintetizzare in poche righe le mie impressioni. 

Secondo Hector Berlioz la chitarra è una piccola orchestra, e mai come nel caso degli strumenti di Michele Greci questa frase risulta essere veritiera. 

Ho avuto l’opportunità di provare diverse chitarre del M° Greci e le mie sensazioni sono state molteplici ma il primo impatto ha generato un grande stupore. La mia attenzione è stata attratta subito dalla possibilità, che lo strumento offre, di percorrere con semplicità ed immediatezza una grande quantità di ambiti espressivi; poi continuando a suonare e una volta superato il primo approccio, più emozionale, ho cercato di focalizzare a poco a poco, in modo razionale, tutti quegli elementi che determinavano tale duttilità. 

Un timbro morbido, una incredibile tenuta dei suoni in ogni tessitura, una quantità e varietà di suono che, con immediatezza, fornisce all’esecutore una vasta tavolozza di sfumature, dai suoni più sussurrati a quelli più prepotenti ed aggressivi. 

Inoltre una tastiera comoda e ben intonata ed un equilibrio sonoro tra le varie corde – con bassi profondi e ben definiti, medi presenti ma mai impastati nelle parti centrali ed una gamma acuta e sopra acuta sempre brillante e corposa – contribuiscono ad una straordinaria facilità esecutiva e permettono all’interprete di concentrarsi maggiormente sugli aspetti più squisitamente interpretativi e musicali. 

La prova teatro, effettuata con il raffronto di altri strumenti da concerto, ha messo in evidenza una grande proiezione del suono che, con tutti i suoi componenti anche i più sottili, si espande nello spazio con straordinaria naturalezza; quindi un volume di tutto rispetto che tranquillizza non poco l’esecutore. 

Altra qualità che mi ha colpito, avendo avuto la possibilità di provare varie chitarre del M° Greci, è stata che tra i numerosi strumenti provati, pur con alcune sfumature sonore determinate dall’utilizzo di materiali diversi per la tavola o per le fasce ed il fondo, ogni chitarra mantiene un eccellente standard qualitativo riguardo a tutte quelle componenti di cui parlavo sopra; questo attesta come l’impronta costruttiva del liutaio sia frutto di attenta ed approfondita ricerca e non occasionale risultato di prove estemporanee. 

Per tutti gli altri aspetti riguardanti la liuteria, non essendo un esperto, posso dire che lo strumento in generale si presenta molto curato in tutte le sue parti e gradevole alla vista, con le sue due aperture che lo caratterizzano immediatamente come una sorta di firma del costruttore.

 Roma 05.06.2014 

Stefano Magliaro 

Lucio Matarazzo

72Il mio incontro con le chitarre Greci. 

L’incontro 

Quando ho saputo che Michele Greci, collega docente di Conservatorio, veniva trasferito al Consevatorio di Avellino, dove io insegno, ho provato una sensazione di grande curiosità: finalmente avrei conosciuto – e da vicino – un “personaggio” di cui da molti anni avevo sentito parlare. Mi erano giunte voci di strumenti miracolosi e, come molti, non avendo visto una grande diffusione di questi strumenti, ero abbastanza perplesso, per non dire prevenuto. Il primo incontro con Michele è stato il primo giorno di lezione in Conservatorio; approccio molto diretto, sulla difensiva, come chi vuole mettere dei paletti e subito tenere le distanze per capire in che “ambiente” dove dovrà lavorare probabilmente per diversi anni. Ma è bastata una cena, con la complicità della simpatia degli altri due colleghi, Stefano Magliaro e Adriano Rullo, per sciogliere tutto e gettare le premesse per un rapporto che, oltre a stima e rispetto, veda anche una nascente amicizia. Ma rimaneva però la curiosità di conoscere queste chitarre. Michele mi ha subito tolto questa curiosità proponendomi di provarne alcune. 

Le chitarre 

Devo dire che dal primo momento che ho messo le mani sulla prima delle sue chitarre, ho provato delle sensazioni molto particolari. Due sono le caratteristiche che mi hanno colpito da subito: omogeneità della produzione dei suoni e facilità dell’uso dello strumento, il tutto adeguatamente “proiettato” da una considerevole potenza. Tutte le note lungo la tastiera, anche quelle del registro sovracuto, hanno una profondità ed una uguaglianza della loro “voce” (note “lupo” totalmente assenti, intonazione perfetta) davvero notevoli. Oltre questo ho notato, specialmente nelle ultime chitarre, una modulabilità del timbro molto consistente lungo la tastiera, in aggiunta ad una rara facilità della realizzazione del vibrato. Ogni registro è pienamente a fuoco: i bassi sono pieni e corposi, i medi hanno una notevole potenza pur conservando una chiarezza che favorisce la distinzione degli stessi in ambito armonico e, in ultimo, i cantini sono sempre sonori ma al tempo stesso brillanti e presenti, senza alcun cedimento, nemmeno nei sovracuti. La cosa che mi ha stupito di più è però il fatto che il passaggio tra i vari registri, ognuno con le proprie caratteristiche, avviene con una modulabilità e una progressività di rado sentite in altri strumenti. Tutto questo si traduce, naturalmente, in una grande facilità dell’uso della chitarra, che consente, a chi ne ha le qualità, di poter suonare al meglio, senza essere “vittima” dello strumento, ma adoperandolo per esprimere se stessi e la propria – se ne è provvisto – arte. Un giorno ho avuto l’occasione di provare uno strumento che Michele mi aveva chiesto di imbracciare e suonare ad occhi chiusi. Era perfettamente negli standard delle altre sue chitarre, ma non vi dico il mio stupore nel constatare che aveva fondo è fasce di cartone pressato, a dimostrazione della bontà del progetto costruttivo che si realizzava a pieno anche con materiali non di pregio… 

Il progetto 

Michele Greci è, più che un liutaio, un ricercatore che, facendo altro per vivere, ha deciso di portare avanti un progetto in una maniera completamente diversa da tutto quello che hanno fatto e fanno gli altri liutai. Parte importante di questo progetto è la tecnologia costruttiva della cassa armonica che non si basa su catene, come per la liuteria tradizionale, ma, per quanto mi è dato sapere (perché nemmeno io lo conosco), su un complicato sistema di risonatori. E’ chiaro che vendendo i suoi strumenti svelerebbe tale sistema che è, per certi versi, unico. E’ per questo che non ne parla, anche perché un’altra parte del suo progetto è quella di costruire un grande numero di strumenti, circa una quarantina, e di metterli sul mercato tutti insieme svelando cosi implicitamente anche la loro tecnologia costruttiva. Anche questa una scelta originale che dimostra una rara intelligenza ed un approccio originale e nuovo ad un “mestiere” antico. 

Non posso che fargli i miei migliori auguri! 

Lucio Matarazzo

Avellino, dicembre 2015

Roberto Fabbri

M° Roberto Fabbri 

Associazione Culturale Novamusica & Arte,  via Tito Schipa 20 – 00139 Roma

 Sono trenta anni che seguo con interesse le ricerche acustiche legate alla chitarra del M° Michele Greci, chitarrista e speculatore del mondo sonora delle sei corde. Sin dal primi “esperimenti” le chitarre realizzate con il “sistema” Greci avevano favorevolmente catturato la mia attenzione, nel tempo i perfezionamenti apportati al progetto iniziale mi avevano fatto presagire quello che ora a trenta anni di distanza ml porta ad affermare, senza ombra di dubbio ne’ smentita, che il progetto abbia raggiunto lo stato dell’arte.Sin dalle prime note, lo strumento Greci ha la capacità di portarti in un mondo sonoro che, seppur appartenendo allo strumento cui si riferisce, se ne discosta in maniera assoluta. Ogni corda, tastata lungo tutta la lunghezza della tastiera, percossa con uguale forza, ha eguale intensità sonora. La chitarra Greci possiede una incredibile omogeneità dinamica, fra le differenti corde, ciò consente al chitarrista di poter decidere i cambi di posizione in funzione di una precisa scelta timbrica o di diteggiatura, non perché su quella determinata corda il suono possa venir meno. Tutto ciò naturalmente dà modo non solo ai chitarristi di ripensare le loro diteggiature, liberamente ispirate dai loro desiderata timbrici, ma al contempo fornisce ai compositori ulteriori idee affrancandoli da quei vincoli sonori che spesso hanno costretto ed indirizzato il loro pensiero musicale. Un altro aspetto peculiare dello strumento Greci è rappresentato dalla chiarezza delle voci che si rincorrono durante un’ esecuzione, queste non si impastano ne’ confondono rimanendo assolutamente identificabili fino al momento in cui il chitarrista decide di interromperle. La qualità timbrica dello strumento è di notevole bellezza e pastosità, con bassi profondi e cantini sempre chiari e definiti. Lo strumento gode di una capacità dinamica fuori del comune, i pianissimo sono perfettamente udibili ed il fortissimo è eccezionalmente al di sopra della media delle chitarre odierne, sia che usino sistemi tradizionali che il nomex o la fibra di carbonio. La chitarra Greci sicuramente segna un nuovo standard per la costruzione del nostro strumento, standard con cui non potranno non confrontarsi i liutai contemporanei e di domani. 

Roma 15/06/2016 

Roberto Fabbri 

Nikita Koshkin

27th International Guitar Festival & Courses

Brno 2018

5-11 agosto 2018

“Strumento straordinario, Suono bellissimo, Sustain lungo, Timbro affascinante.”

“Amazing instrument. Beautiful sound , Long sustain, Charming timbre”

Nikita Koshkin 

Brno,06/08/2018

Costas Cotsiolis

27th International Guitar Festival & Courses

Brno 2018

5-11 agosto 2018

“Una chitarra che ha equilibrio, chiarezza, e per il mio giudizio una delle migliori per il repertorio classico e romantico. Bravo!”

“A guitar that has balance, clarity, and for my judgment one of the

best for the classic and romantic repertoire. Bravo!”

Costas Cotsiolis

Brno, 07/08/2018

Luca Margoni

la guitare c’est comme un clavecin, mais expressive”…
provando la chitarra Greci mi sono venute in mente queste parole, che la leggenda attribuisce a Debussy.
la chitarra Greci porta a compimento definitivo ciò che è contenuto in questa affermazione.
È un clavicembalo, perché la polifonia è assolutamente cristallina e non esistono le “note lupo”, ma è anche uno strumento che canta, vibra e risponde a tutte le sollecitazioni dinamiche e timbriche, anche le più estreme. Cos’altro si può chiedere a una chitarra, che suoni da sola?

Luca Margoni

Chitarrista, docente, compositore elettronico

Roma, 02 agosto 2014

Luciano Tortorelli

163Ho avuto il piacere di incontrare Michele Greci al Festival Chitarristico di Fiuggi dove ho provato la prima versione della sua chitarra, un progetto che si è subito rivelato  in continua evoluzione. Non a caso, a distanza di alcuni mesi, ho suonato la terza versione della Chitarra-Greci nel mio studio di registrazione riscoprendo dei miglioramenti notevoli oltre che determinanti.

La neutralità acustica della sala di ripresa è stata necessaria per analizzare approfonditamente tutti gli aspetti peculiari. In primis, il decadimento del suono, che avviene con notevole ritardo rispetto a chitarre tradizionali, poi la proiezione, che si rivela poco direttiva a vantaggio di un’ampia diffusione, requisito favorevole soprattutto per sale da concerto di grandi dimensioni. Altro elemento sorprendente è la ricchezza di armoniche su frequenze notoriamente critiche per il nostro strumento. Solo per citare un esempio, il fa al terzo tasto sulla quarta corda ha un”sustain”che non ho ascoltato neanche su una blasonata double-top. Ho pensato immediatamente all'”Homenaje” con il suo ripetitivo ed estraniante intervallo”mi-fa”, nelle sue appoggiature superiori ed inferiori, che nella partitura per pianoforte scritta da DeFalla si avvale di equilibri sonori difficilmente riproducibili sulla chitarra se non con accortezze tecnico ­interpretative degne di pochi grandi artisti.

La Chitarra-Greci contribuisce dunque ad abbattere alcuni limiti caratteristici di progetti costruttivi. tradizionali donando al contempo nuove idee e riproducendo fedelmente ciò che lo strumentista desidera ottenere, grazie alla notevole chiarezza nell’emissione delle singole frequenze, all’assenza di aloni sonori indesiderati e da minori effetti di mascheramento.

Nonostante la potenza sonora di una chitarra sia spesso idealmente associata, nei nuovi progetti costruttivi, ad una carenza timbrica, ritrovo in questo strumento una risposta molto rapida alle differenti tipologie di tocco, per cui è possibile ottenere svariati colori anche senza lo spostamento della mano.

Senza dubbio la determinazione e la professionalità, ma soprattutto la passione ed il desiderio disinteressato di realizzare un sogno, accompagnano la vita artistica di MicheleGreci, un musicista­ ricercatore che dona un contributo considerevole al nostro strumento senza tradirne la natura e senza dimenticare quanto sia importante”escuchar la guitarra como si fuera el sonido del alma”.

LucianoTortorelli

Agropoli,9/04/2018

Angelo Gilardino

Due Dichiarazioni di Angelo GILARDINO sulle chitarre “GRECI”

1– Oggi 30 Aprile 2013, qui a casa mia in quel di Vercelli, ho effettuato il collaudo di una chitarra costruita dal liutaio Michele Greci di Roma, contraddistinta dalla denominazione “la Primissima” (scritta su una filzetta in osso collocata alla congiunzione tra le due fasce).

Ho effettuato tutte le prove necessarie a valutare obiettivamente le peculiarità sonore dello strumento, che è risultato privo di difetti o di manchevolezze nella produzione delle note singole  e che si è mostrato di notevole prestanza nella tenuta dei suoni, nella prontezza di risposta alle differenti modalità di attacco e di vibrato. La chitarra mostra inoltre un corpo sonoro complessivo che la rende atta all’uso anche nella musica da camera.

Rilascio questa dichiarazione a richiesta dell’egregio costruttore e lo autorizzo a farne l’uso che riterrà opportuno.

Angelo Gilardino

 

2– Oggi 5 Settembre 2013 nella mia residenza in Vercelli ho effettuato il collaudo di due chitarre costruite dal liutaio Michele Greci di Roma, contraddistinte dalle denominazioni “L’Indomita” e “La Esperanza”.

Mentre confermo i risultati della prova acustica relativi alla precedente chitarra collaudata il 30 Aprile 2013, credo di poter constatare – dopo aver esaminato tre strumenti di Michele Greci – che è in atto, da parte sua, lo sviluppo di una ricerca metodologica originale e propria, capace di condurre a risultati costanti, pur nella giusta conservazione della personalità di ciascuno strumento.

Rilascio questa dichiarazione a richiesta dell’egregio costruttore e lo autorizzo a farne l’uso che riterrà opportuno.

Angelo Gilardino

 

Gianvito Pulzone

 

Michele Greci

Chitarra da Concerto 2013

La prima sensazione che si prova avendo tra le mani la chitarra di Michele Greci è quella di un mondo sonoro nuovo, risultato delle evidenti innovazioni apportate da questo originale progetto costruttivo, ma allo stesso tempo ci si rende conto che lo strumento in questione è in linea con la più alta tradizione della liuteria internazionale, in particolare per quanto riguarda la scelta dei legni, la finitura e il livello generale di “ebanisteria”.

Il complesso progetto di incatenature e strutture interne, rendono l’idea della lucida ricerca effettuata da Greci nel corso degli anni, che si traduce fattivamente in una proiezione sonora sorprendente, in una notevole tenuta del registro medio basso e una brillantezza del registro acuto che convincerebbe gli esecutori più esigenti.

Passando alla “suonabilità” lo strumento realizzato da Michele Greci, sorprende per la semplicità con la quale ci si muove sulla tastiera e, non ultima qualità, è istantaneo apprezzarne l’intonazione generale, caratteristica non secondaria nella gamma degli strumenti da concerto di un certo spessore.

La prontezza di risposta, la proiezione e il sustain sono gli elementi chiave della chitarra Greci e, siamo convinti, gli aspetti che potranno incoraggiare sempre di più i professionisti e gli amatori esigenti a scoprire lo strumento in questione e ad adottarlo senza esitazione per la propria attività.

GianVito Pulzone

 

Da “GuitArt” n. 74, Aprile-Giugno 2014

Fabio Fasano

“ La chitarra Greci riflette in pieno la signorilità e l’ingegnosità della mente che l’ha ideata, progettata e costruita. Frutto di una lunga storia di prove ed esperimenti, lo strumento ha oggi trovato la sua veste definitiva. Le caratteristiche che la distinguono e la rendono unica sono l’equilibrio e la tenuta dei suoni. Suonandola si è quasi disorientati dall’ascoltare il suo suono avvolgente e penetrante. Parti interne dei brani, spesso poco udibili e confuse, note lunghe del canto, troppo spesso singhiozzanti, trovano, in questo strumento, la loro esaltazione. L’interprete è, così, aiutato e sostenuto nonché ispirato ad una lettura nuova e diversa dei brani che esegue. A questo si unisce la bellezza e la singolarità della costruzione che è elegante, raffinata e, al tempo stesso, austera, immune da inutili orpelli, in linea con la storia e la tradizione della migliore liuteria.”

Grottaferrata   23 luglio2012                                                 Fabio Fasano